mercoledì 3 dicembre 2008

Pay-tv: lo scheletro nell'armadio


Premetto che tanto Sky quanto tutte le altre compagnie di Pay-tv non destano il mio minimo interesse, non ho nessuna di queste, non possiedo decoder, pacchetti e carte prepagate, ne tantomeno (ovviamente) lavoro e/o vengo pagato da Sky per questa analisi.
Detto questo, incominciamo una brevissima analisi dei fatti, per poi passare ad un po' di storia, e giungere conseguentemente alle conclusioni finali.


FATTO

Tutta la confusione nasce dal fatto che il governo ha deciso l'aumento dell'iva applicabile al pagamento della pay-tv, elevandola dal 10% al 20%.



CONSIDERAZIONI ED ANALISI

Appena formalizzata e resa pubblica questa manovra, Berlusconi ha anticipato tutti asserendo "anche io ci rimetto economicamente in questa manovra" [in quanto proprietario della pay-tv che fa fede a Mediaset]
Quello che non ha spiegato, ve lo spiego io adesso, sperando di essere il più conciso e chiaro possibile


Dobbiamo considerare la TV a pagamento un comparto economico così suddiviso
  • Sky detiene il 92% del mercato
  • Mediaset detiene il 5% del mercato


Il mercato della pay-tv si basa su due modelli:
  • acquisto di un pacchetto TV (Sky si basa per la quasi interezza su questo)
  • acquisto di singoli servizi attraverso la famosa carta prepagata (Mediaset si basa per la quasi interezza su questo)


Questo provvedimento economico agisce solamente sui pacchetti (quindi di fatto quasi esclusivamente su Sky), in quanto la quota iva sulle carte prepagate è già al 20%.
Ora, se te fai una manovra in cui la tua azienda ci rimette 1, ma la tua principale azienda concorrente ci rimette 4000, la manovra in questione non si configura più come uno svantaggio fiscale, ma come un vantaggio di mercato, dato che tende a mettere sostanzialmente in difficoltà il settore in cui sei in minoranza e difficoltà (offerta a pacchetti, leader di mercato Sky), per spostare la tendenza di spesa verso un altro settore che ti avvantaggia (vedi le schede prepagate).
Tradotto in parole povere, è come se tu, in un combattimento, penalizzassi l'avversario facendolo combattere senza la sua arma: è come se Sky e Mediaset combattessero, e ad un certo punto a Sky viene cambiata la sua spada vera con una di gomma.
Alla fine della fiera quindi appare alquanto illogica la dichiarazione di Berlusconi che prospetta una sua perdita economica", in quanto (legge economica di mercato), se vari una manovra economica che disagevola per l'1% te, ma per il 99% il tuo principale avversario di mercato, quello (per te azienda concorrente) non sarà più uno strumento di danno economico, ma di vantaggio economico!
E' utile quantificare, in questo contesto, quale sarebbe la rimessa di Sky, utile per comprendere appieno i vantaggi di mercato per i concorrenti. Da questa manovra Sky perderebbe 484 milioni di euro in due anni, pari indicativamente a due terzi, o 66% che dir si voglia, degli utili della società.


Ah, in ultimo ho lasciato l'analisi più interessante. Qualcuno potrebbe rispondere "tutti gli altri, in tutti i settori, pagano l'iva al 20%! Perché Sky no?".
D'altra parte lo stesso Berlusconi ha dichiarato che l'iva al 10% era un privilegio regalato dalla sinistra a Sky.

Su questo fronte è interessante il dossier (che vi invito a leggere) realizzato dall'Espresso in merito.
Leggendolo, scopriamo così che l'iva agevolata non venne concessa a Sky per la prima volta, bensì a TELE+ (la prima pay-tv in Italia, fondata dall'allora Fininvest, e di proprietà proprio di Silvio Berlusconi!) nel 1991 dal governo Andreotti.
Ma non è finita.
TELE+ all'epoca ha usufruito dell'iva ridotta, ma non al 10%, bensì al 4%.
Si, proprio così.
L'iva per TELE+ (e quindi Berlusconi) era al 4%, invece che al 10% o al 20%
.

E quando questa venne aumentata dal 4% al 10%... (cito dal dossier de "L'espresso")

[...] alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini, all'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv»



RICAPITOLANDO

- Viene varata una manovra economica che, nei fatti, va a colpire pesantemente il principale leader del settore pay-tv
- Il colpo economico di fatto concorre nell'avvantaggiare il settore di mercato in cui la principale concorrente è Mediaset
- Berlusconi nega le accuse di Sky, che sono esattamente le stesse che portò avanti quanto ad essere coinvolta era TELE+

Quindi, alla fine della fiera, non capisco come faccia Berlusconi a dire che verrà colpito dalla manovra... Mah


p.s. Si è detto, per giustificare la manovra, che l'unione ha richiesto di portare l'iva al 20%, secondo una comunicazione precedentemente presentata all'ultimo governo, e che l'attuale governo vuole rispettare le direttive imposte dall UE.
Secondo quanto dichiarato da Sky, l'UE non ha avanzato alcuna richiesta di modifica. Intanto sappiamo che il primo intervento è stato richiesto da Mediaset, che aveva presentato un esposto alla stessa commissione europea.
In ogni caso viene da chiedersi come mai, vista la grande solerzia del governo nell'attuare le direttive della commissione europea, lo stesso non si imponga per la restituzione delle frequenze occupate abusivamente da Rete4 ad Europa7, vincitrice di tutte le cause tanto in Italia quanto presso la Corte Europea...

martedì 25 novembre 2008

Parlamento: Analisi economica


Oramai, come tutti saprete, siamo entrati in crisi, la peggiore crisi economico-finanziaria dagli anni '80 ad oggi.
Le società falliscono, le borse oscillano quotidianamente sull'orlo del baratro, migliaia di persone perdono il lavoro o finiscono in cassa integrazione, i governi tagliano a destra ed a manca cercando di racimolare soldi per riavviare un mercato che ha imboccato inesorabilmente la via della recessione e quantomeno per un anno, due nel caso dell'Italia, non ha intenzione di fare dietrofront (fonti Economist, telegiornali vari, dati OCSE etc).
In tutta questa situazione si è andata ad inserire la guerra - crociata contro gli sprechi ed i fannulloni (che sarebbero tutti di sinistra secondo il Ministro Brunetta) nei settori quali sanità, istruzione e ricerca, impiego pubblico, trasporti e via dicendo.
Allora, vista l'aspra battaglia intrapresa contro gli sprechi, mi è venuta la curiosità di andare a studiare quanto ci costi il nostro Parlamento.
E così ho incominciato a cercare ad a documentarmi.

Di seguito andrò ad analizzare gli stipendi dei seguenti ruoli:
  • Deputato
  • Senatore



Indennità Parlamentare [stipendio]
  • 11.703,64 euro mensili

suddiviso in
  • 5.486,58 euro [stipendio netto]
  • 784,14 euro [ritenute previdenziali]
  • 526,66 euro [ritenute assistenziali]
  • 1.006,51 euro [quota contributiva per l'assegno vitalizio]
  • 3.899,75 euro [ritenuta fiscale]

Diaria [rimborso spese per il soggiorno a Roma del Deputato]

4.003,11 euro mensili

Tale somma viene (giustamente n.d.r) ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata (detto in altre parole, viene corrisposto il rimborso a chi è assente a meno del 70% del lavoro giornaliero)


Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori [senza parole...]

4.190 euro mensili


Spese di trasporto e spese di viaggio

I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.I deputati, qualora si rechino all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro.


Spese telefoniche

I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.



Ricapitolando
Un deputato (senza contare le spese telefoniche ed i rimborsi per viaggio, che sono cifre che possono variare), incassa mensilmente 19896,75 euro, per un totale annuo di 238.761 euro l'anno.

I deputati sono un totale di 630. Quindi, con un rapido calcolo, possiamo stimare che la spesa minima annua solamente per i deputati sia di 150.419.430 euro






Indennità Parlamentare [stipendio]
  • 12264,08 euro mensili

suddiviso in
  • 5.613,59 euro [stipendio netto]
  • 540,27 euro [assistenza sanitaria integrativa]
  • 804,40 euro [assegno di solidarietà - restituito per l'80% a fine mandato]
  • 1.032,51 + 258,13 euro [quota contributiva per l'assegno vitalizio]
  • 4.015,18 euro [ritenuta fiscale]

Diaria [rimborso spese per il soggiorno a Roma del Deputato]

4.003,11 euro mensili

Tale somma viene (giustamente n.d.r) ridotta di 258,23 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.
È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata (detto in altre parole, viene corrisposto il rimborso a chi è assente a meno del 70% del lavoro giornaliero)


Rimborso per spese per lo svolgimento del mandato parlamentare [anche qui senza parole... sembra che ci facciano un favore...]

4.678,36 euro mensili


Spese di trasporto e spese di viaggio

I Senatori usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.
Per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese forfettario, il cui ammontare annuo è pari a 15.379,37 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 18.486,31 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Lazio, il rimborso è corrisposto nella misura di 7.689,68 euro.

Spese telefoniche

I Senatori dispongono di una somma annua di 4.150 euro per le spese telefoniche, inclusi i servizi di connettività.



Ricapitolando

Un senatore (senza contare le spese telefoniche ed i rimborsi per viaggio, che sono cifre che possono variare), incassa mensilmente 20945,55 euro, per un totale annuo di 251.346,60 euro l'anno.

I senatori sono un totale di 315 (esclusi i 7 a vita). Quindi, con un rapido calcolo, possiamo stimare che la spesa minima annua solamente per i deputati sia di 79.174.179 euro.



Sommando, solamente per gli stipendi di deputati e senatori (escludendo le spese di trasporti e rimborsi per le telefonate ed affini), ogni anno si spendono 229.593.609

Biografia

Probabilmente mi sarei divertito a fare il giornalista...